giovedì 27 marzo 2008

Rosso Rozzo

…Sono di corsa!!!
Ho passato alcuni giorni incredibili durante la Pasqua, e avrei voluto scrivere dei post al riguardo, ma ancora non esiste la giornata di 36 ore e quindi aspetterò tempi migliori…
Sto lavorando al fumetto di 3 pagine che uscirà per Futuro Anteriore al Napoli Comicon: il tema di quest’anno è il colore Magenta, volgarmente detto Rosso.
Più avanti forse ne riparlerò, al momento questa è la prima tavola con la mia stramba e sperimentale idea di rosso… Ci sono commenti e/o consigli?... Dite, dite!!!

venerdì 14 marzo 2008

Monotavola

Oggi ho completato la mia tavola per MONO, la rivista antologica monotematica e monotavola della Tunué, curata da Sergio Algozzino e Marco Rizzo.
Questo sarà il quarto numero, con tema centrale il cibo.
Ancora non so bene quando sarà pubblicato, comunque le ultime voci dicono fra aprile e maggio.
Non avevo mai realizzato un fumetto in un'unica tavola, anzi, mi sembrava impossibile per una come me, incapace di essere sintetica. Invece!!! ho imparato... Il fumetto racconta di un sogno ricorrente che fa una ragazzina, ogni volta che le piace qualcuno. Sogna di baciarlo, quando improvvisamente la bocca le si riempie di cibo... Sgradevole, no?

mercoledì 12 marzo 2008

Segni del Bilbolbul

Sei ore e mezza prima della mia partenza per il Bilbolbul, ero andata a dormire insieme all’asse da stiro e il ferro ancora caldo, poggiati sul pavimento accanto al mio letto. Nonostante gli occhi affaticati e una gran stanchezza, ho iniziato ad ascoltare al buio gli scricchiolii del ferro da stiro che si raffreddava e a pensare che probabilmente il vestito stirato con tanta cura non lo avrei neppure indossato, a Bologna.

“Hai gli occhi rossi” mi ha detto Concetta della Tunuè. Ci siamo incontrate a Bologna verso le 11.30 per l’incontro internazionale “Il grande vuoto” e siamo riuscite a scambiare Paul Hornschemeier con Anders Nielsen. Durante l’incontro ho anche rivisto inaspettatamente Chiara Garaguglieri, mia solare collega allo stage di Montimages.
Più tardi, sono andata a pranzo a piazza Maggiore con Luana Vergari e Matteo Fenoglio, per discutere di un fumetto che uscirà per Futuro Anteriore, al Napoli Comicon. Avevo ancora con me la borsa (pesante), lo zaino (pesantissimo), il giubbotto (che perdeva le piume) e la mia sciarpa preferita (ingombrante).
Verso le 14 e qualcosa abbiamo finito di sfamarci e abbiamo incrociato altri personaggi, e Luca Genovese è rimasto un po’ con noi per il caffè. A quel punto ero davvero esausta, con dei serissimi problemi di connessione al mondo circostante. Luana, da persona sensibile quale è, mi ha chiesto se volevo posare lo zaino in Sala Borsa. Però, quando siamo arrivati all’ingresso della Sala, mi sono accorta che non avevo più la sciarpa con me.

SE QUALCUNO HA RITROVATO LA MIA SCIARPA, PER FAVORE, ME LO FACCIA SAPERE. É lunghissima, a strisce beige e nere, le avevo dato tanti soprannomi, tipo “sciarpa da combattimento” o “sciarpa delle api”, ma soprattutto era di ottima fattura e antica, perchè mia madre l’aveva comprato per sé negli anni 70. Ha un tessuto di lana, ma molto compatto e un po’ elastico, e nelle estremità sembra che sia stata tagliuzzata in striscioline lunghe e sottili.

Per la legge di compensazione, il mio sconforto si è annullato di colpo giusto un paio d’ore dopo, quando ho casualmente incontrato Igort. “Sarebbe stato bello avere un microfono in quel momento, per far sentire a tutti quello che ti stava dicendo” mi ha detto Giuseppe, a cui poi ho telefonato, raccontandogli i dettagli di quella conversazione.

Quello che mi raccomandano alcune persone che stimo (tra cui Igort) è di lavorare ancora molto sul disegno. Ormai ho un elenco di cose che vorrei fare per sperimentare e migliorare il mio segno, e sono giunta a parecchie riflessioni proprio durante il Bilbolbul, che dopotutto ho affrontato come un viaggio in solitaria. Naturalmente non sono mancati compagnia e incontri casuali, ma ho preso alloggio da sola (lontano da tutti i fumettisti) e spesso mi muovevo in assoluta indipendenza, così ho potuto pensare tantissimo.
È anche vero che gli spunti di riflessione abbondavano, ma da parte mia avevo la mente ricettiva come una spugna.
Sabato, ho osservato le “Cartoline” di Internazionale e le magnifiche tavole di Gianni De Luca e la sera sono stata all’inaugurazione della mostra di Marijpol. Già, il sabato sera non indossavo il vestito che avevo stirato la notte precedente, non sono riuscita a vedere “Paura del Nero” al cinema Lumiére e credo anche di aver fatto una gaffa con Lorenzo Paganelli (un altro incontro casuale). Però sono stata a passeggiare per le strade di Bologna, affollate da appassionati di fumetti, insieme a Chiara, Concetta ed Emanuele della Tunuè, Alberto Corradi e altri soggetti più o meno simpatici…
Ho passato la notte all’ostello San Sisto, in una camerata con altre cinque ragazze sconosciute, tra cui una catanese di nome Cinzia che ha riconosciuto le mie origini dopo che le avevo appena rivolto due o tre parole. Ogni volta che andavo e venivo dall’ostello alla fermata dell’autobus, ero felice di attraversare un grande prato con l’erba bagnata e le pozzanghere.

La domenica mattina avevo ancora gli occhi rossi, così per prima cosa sono andata a comprare del collirio alfa. Poi, sono stata a vedere tutte le mostre al Palazzo Accursio (Paul Hornschemeier, Kevin Huizenga, Anders Nielsen, Hok Tak Yeung, Chinoi Lee, Oliver Schrauwen) e dopo mi sono diretta alla mostra di Stefano Ricci, la cui opera conoscevo ma non avevo mai visto dal vivo. Questa è stata la mostra che mi ha emozionato di più: di fronte ai suoi disegni attaccati alle pareti con i chiodi, così vicini e reali, con tutto quel bianco e nero graffiato e incollato, ho sentito i miei occhi - che non avevano pace - inumidirsi. L’ultima esposizione che ho visto è stata quella di Gabriella Giandelli, tanto di cappello anche a lei.
Ho pranzato con Emanuele e Concetta, e abbiamo visto insieme un pezzettino della presentazione del libro “Luigi Tenco” di Luca Vanzella e Luca Genovese. Dopo, siamo andati in sala Borsa perché alle 15.30 avevo le dedicaces.
È stato bellissimo. Ero circondata da autori di fama internazionale, e non potevo neppure stare lì a sbavare davanti a loro perché nel frattempo dovevo assumere un aspetto dignitoso davanti al mio pubblico, formato per la maggior parte da bambine sotto i 10 anni accompagnate dai genitori. Ad un certo punto, mi sono trovata a condividere uno spazio di pochi metri quadrati insieme a David B., Stefano Ricci, Francesco Mattioli, Gabriella Giandelli, Roberto Diso…
Alla fine, durante tutte le mie visite alla sala Borsa, sono riuscita almeno a fotografare le teste senza le facce di alcuni autori, ecco Lorenzo Mattotti, Andrea Accardi e Stefano Ricci.
Alle 18 ho ascoltato l’interessante incontro “Disegnare internazionale”, con Gabriella Giandelli, Francesca Ghermandi e Stefano Ricci, verso i quali ho provato un sentimento di grande rispetto. Aggiungo - anche se è riduttivo - che la Giandelli mi è sembrata molto intelligente e che Stefano Ricci, quando ha fatto l’imitazione del coniglio, l’ho trovato quasi spassoso.
Ho rincontrato Chiara ancora una volta, e siamo andate insieme ad Alberto Corradi e Viola dello staff organizzativo del Bilbolbul all’Aemilia Hotel per le ultime pubbliche relazioni… Altri incontri inaspettati, in particolare con Giovanni Mattioli: ho parlato così tanto con lui da perdere di vista gli altri ragazzi. Giovanni mi ha presentato Stefano Ricci, a cui ho fatto i complimenti, raccontandogli perfino che alla galleria volevo comprare uno dei suoi disegni (sarebbe stato un regalo bellissimo per Giuseppe, ma il prezzo era fuori dalla mia portata).
Da lì a poco, non trovando più da nessuna parte Chiara, Alberto e Viola, sono giunta alla conclusione che mi avevano ripudiata: ecco, a volte mi convinco di essere una rottura di scatole per gli altri, così ho salutato tutti e me ne sono andata, dirigendomi all’ostello.
Dopo una mezz’oretta, Chiara mi ha telefonato: erano ancora all’Hotel (non mi avevano abbandonata!) e mi stavano cercando. Ho aspettato l’autobus per un’ora, così imparo a farmi le paranoie.

Lunedì mattina, prima di tornare ad Acqui Terme dalle braccia di Giuseppe, sono passata da Milano. Sto valutando un’offerta di stage da quelle parti ai fini del corso di “Tecnico per la produzione grafica su internet”, così ho avuto un colloquio con un’azienda che potrebbe fare al caso mio. Nel lungo periodo, conto di trasferirmi a Pavia o a Milano con Giuseppe, ma mi chiedo se sia la scelta giusta…
Il colloquio è finito prestissimo e verso le 13 ero alla stazione centrale di Milano per ritornare ad Acqui Terme. Mentre salivo le scale, ho incrociato Gabriella Giandelli, con il sacchetto arancione del Bilbolbul (ce l’avevo anch’io, nella borsa).
È un segno?

martedì 4 marzo 2008

La staffetta


…Di ritorno da Mantova Fumetti, durante le mie quattro ore sui treni della domenica sera, ho letto un bellissimo fumetto, “Little Star” di Andi Watson. Quando finalmente sono arrivata ad Acqui Terme, mi sono ricordata della scena della “staffetta” fra i personaggi di Watson, pensando “In effetti anche io e Giuseppe sembra che stiamo per scambiarci il testimone…”. Ieri pomeriggio mi sono affacciata dal balcone, sventolando la manina per salutarlo: ci rivedremo tra una settimana.
Il nostro testimone non è un figlio, naturalmente, ma solo un po’ di tristezza dovuta alla solitudine e qualche faccenda di casa da sbrigare.

Durante il mio soggiorno a Mantova mi hanno chiesto più di una volta “Come mai il tuo fidanzato non ti segue alle fiere di fumetto?”… Da qualche tempo, in effetti, non l’ho più avuto al mio fianco, e insieme abbiamo previsto nel futuro solo la fiera del libro di Torino. Io rispondo prontamente che mi seguiva in passato, ma in questo periodo, tra liceo classico e dottorato, è veramente troppo impegnato. Invece, devo considerare le mie mancanze. Io non sono MAI andata a vedere cosa fa all’università o a scuola, e sento che dovrei farlo.

Ieri sera mi sono preparata un tortino di sfoglia con prosciutto crudo, mozzarella, pomodorini e grana, e l’ho mangiato anche oggi a pranzo, accompagnato dall’ananas. Stasera ho mangiato solo dei fonzies. Devo ancora lavare una montagna di vestiti sporchi e finire la monotavola per la rivista Mono.
Il resto della giornata? Sono stata al corso di “Tecnico per la produzione grafica su internet”, e sono riuscita a chiaccherare un po’ (troppo?) con i miei compagni di corso, la cui riservatezza mi dà sempre da riflettere. Ho iniziato delle lezioni di francese con un’insegnante madrelingua di nome Françoise e ne sono stata davvero felice. Ho camminato moltissimo, e ho visto dei quartieri di Acqui Terme che non conoscevo. Per vaporizzare i miei capelli, ho comprato un phon con il diffusore e c’è pure il comando dell’aria fredda:
- E a che serve?- sulle prime, ho pensato a “rinfrescare il viso”.
- A fissare la piega più a lungo – mi ha spiegato la commessa gentilmente, anche se dicono che i piemontesi sono “falsi e cortesi”: può darsi che abbia pensato che fossi un’ignorante a non conoscere queste cose da donna.

Per scacciare la tristezza, cerco di ripensare a Mantova. Ho fatto un bel numero di dediche disegnate, e questa volta mi hanno fatto anche delle richieste specifiche!!! Una coppia mi ha chiesto un disegnino in cui ci fosse in qualche modo un gatto, e la mia sfortuna è stata quella di esporre il disegno dopo averlo terminato: un altro lettore mi ha chiesto la stessa cosa. Poi, un altro signore ha comprato il libro, se l’è letto e poi mi ha chiesto un disegno ancora più impegnativo, ma è stato bello disegnare un bacio, non lo facevo da mesi.
Ho parlato con diversi personaggi che non conoscevo, tra cui Angelo Stano, Giampiero Cuccolini, Michele Foschini, Luca Genovese, e ho rincontrato tante persone, tra cui Lorenzo Paganelli, Andrea Accardi e un po’ di amicucci siciliani, tra cui Roberto Di Salvo, che ormai è diventato così bravo che i suoi disegni mi fanno commuovere. Sono perfino andata da qualcuno a chiedergli se si ricordasse di me. Ho iniziato a vedere delle personalità dietro figure del settore dei fumetti come autori ed editori.
Un aspetto davvero piacevole del mio soggiorno è stato il fatto che ho avuto l’opportunità di fare un paio di uscite in giro per Mantova, e mi sono proprio divertita. Ricordo la pizza e il riso che ho mangiato, con la carne di salamella. Ricordo un cameriere che ha minacciato di botte uno dei ragazzi-fumettisti al mio tavolo, perché con una faccia da maniaco aveva chiesto ad una cameriera di farle da modella. Ricordo le partite da cinquanta centesimi al calcetto balilla a fianco di Emanuele e Concetta, i ragazzi della Tunuè. Ricordo le discussioni sulla ragazza cosplayer vestita da Valentina di Hugo Pratt.

…Questo weekend sarò al Bilbolbul di Bologna, tornerò ad Acqui Terme lunedì pomeriggio.
Vado a prepararmi un pasto decente.

Il maledetto abbigliamento

b/n - cm. 21 x 29,7 - pp. 8

pubblicato su:
- “Mondo Naif – Speciale 10 anni di Kappa Edizioni” novembre 2006
- “Zero Fumetto International” allegato a Zero2 n° 207 del 1/07/2006

“L’abito non fa il monaco”, eppure a volte i vestiti rispecchiano in qualche modo la personalità dell’individuo che li indossa, oppure influenzano il suo stato d’animo o ancora, lo aiutano ad ottenere dei risultati... Fino a chidersi se sia il caso di liberarsene completamente.